Lasciate ogni speranza o voi che entrate

Bochesmalas

venerdì 13 maggio 2016

Grazie Dinamo.


Mentre su Sassari calavano le prime ombre della sera i Giganti di bianco-blu vestiti, posavano i loro piedi sul parquet infuocato del PalaSerradimigni per dare battaglia alle truppe della Grissin Bon Reggio Emilia. Era l'11 di maggio A.D. 2016, pochi giorni fa, ma pare che sia passato un secolo. Gara 3, quella dell'ultimo disperato tentativo per tenersi cucito lo scudetto ancora per un anno, è andata male, nonostante il grandissimo contributo alla causa (come sempre) della fanteria sugli spalti.
Comunque questa è stata una stagione difficile e faticosa, con molti cambi e partenze importanti (il grande Meo Sacchetti su tutti, ma anche Haynes e Mitchell), ma anche con picchi inaspettati ed entusiasmanti che avevano fatto ben sperare. Purtroppo, invece, alla fine è arrivata una squadra stanca che ha dato l'anima per raddrizzare l'ultima parte della regular season, ma non ha retto alle cannonate dell'armata di Reggio Emilia.
I Quarti di questi playoff 2016 erano iniziati male con Gara 1 nettamente dominata dalla Grissin Bon, ma Gara 2 aveva fatto ben sperare per lunghi tratti (praticamente tutta la partita, eccetto gli ultimi 5 minuti di gioco) con la Dinamo quasi sempre avanti, nonostante un arbitraggio quantomeno discutibile, se non addirittura accondiscendente verso i padroni di casa. Con questi presupposti, sul 2-0, non è che si poteva fare granché a parte metterci l'ultimo residuo di forze sino all'ultima goccia, l'anima, il sangue e la vita. È stato bello, ma quel coitus interruptus... Perché tutto faceva ben sperare: il Cagliari in serie A, il Leicester campione d'Inghilterra, la marea di tifosi bianco-blu che attraversava l'isola in lungo e largo, la Sampdoria in salvo, la Manital Torino del grande Dyson pure, il moto astrale favorevole e soprattutto un gran finale di stagione di Akognon, Alexander e Varnado. Invece un cazzo. La Grissin Bon sostenuta da un gruppetto di 5-6 coraggiosi e rumorosi supporter con bandiere e tamburi ha espugnato la fortezza del PalaSerradimigni. Giù il cappello e onore a loro.  

Il problema è che la squadra emiliana, nonostante i risultati negli scontri diretti in questo campionato si siano tinti di bianco-blu, è una squadra decisamente più forte e possiede una panchina più consistente. Onore ai vincitori dunque anche se, a dirla tutta, tra le loro fila sono in parecchi a non suscitare una particolare simpatia. In ogni caso hanno meritato il biglietto per le semifinali e forse era giusto così...(Non è vero, non lo penso e non l'ho mai pensato - non ditelo a nessuno però. Ma le circostanze mi impongono di scrivere questa frase dolorosa...°##**!!!)
Anche se il finale è stato quasi un Horror e la stagione è stato un interessantissimo thriller ricco di colpi di scena, emozioni a valanga e montagne russe in classifica, la Dinamo mi/ci ha regalato dei momenti indimenticabili e impagabili. Ci avevamo sperato e creduto sino alla fine però è andata diversamente, ma tutti hanno dato il massimo. E questo può bastare.

Se non altro adesso, una volte ripiegate sciarpe e bandiere, smetterò per qualche tempo di assillare quei pochi disgraziati lettori rimasti con le gesta della Dinamo e riprenderò il discorso con il rock'n'roll, l'arte, la fotografia, i libri e cazzate varie.

Con le valigie pronte e le infradito ai piedi in largo anticipo (fuori piove e tira vento) bisogna pensare al prossimo campionato. Spero che i giocatori migliori restino a Sassari (mi riferisco a Logan, sempre sia lodato, Akognon, Stipcevic, Alexander e l'inossidabile capitano Jack Devecchi, per esempio) e magari che il mitico presidente Sardara riesca a fare shopping in gioielleria.

GRAZIE Dinamo, GRAZIE Sardara, GRAZIE Pasquini, GRAZIE Sassari!





















My name is Logan, David Logan...



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